“Una Pac più semplice ed efficace per un'agricoltura innovativa e competitiva”

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E’ essenziale che l’impresa agricola ed il reddito degli imprenditori agricoli tornino al centro di una Politica agricola più semplice, più efficace e con regole davvero comuni. Lo ha detto il componente di giunta di Confagricoltura e Vicepresidente di Confagricoltura Veneto Giordano Emo Capodilista intervenendo al convegno inaugurale di Fieragricola.
In primo luogo - ha spiegato Emo Capodilista - c’è il rischio che la definizione del quadro finanziario pluriennale dell’UE, che si inizierà a discutere quest’anno, possa determinare, anche a causa degli effetti della Brexit, un ridimensionamento delle risorse comunitarie per la PAC. Una ipotesi, questa, ovviamente tutta da scongiurare”.
A parere di Confagricoltura alcuni aspetti della impostazione della riforma “post 2020” annunciati dalla Commissione europea sono condivisibili; altri lo sono decisamente meno, come il new delivering system, che rischia di aprire la strada ad una rinazionalizzazione della PAC e le misure che dovrebbero ridistribuire il sostegno diretto dalle aziende di maggiore a quelle di piccola dimensione.
Al tempo stesso possono essere migliorati significativamente gli attuali strumenti della PAC, orientandoli verso una maggiore efficacia e semplificandone il funzionamento, come i pagamenti diretti che sono concessi agli agricoltori con un sistema troppo complesso, a partire dalle regole per il cosiddetto “inverdimento” alla gestione dei “titoli” di pagamento che sono assegnati su base individuale e storica. Va poi prevista una dotazione finanziaria per intervenire nelle crisi di mercato e in linea generale vanno confermate le attuali misure specifiche per alcuni settori, segnatamente ortofrutta e vino, con un modello da estendere ad altri comparti. Altresì vanno combattute le pratiche sleali che spesso sono a danno delle imprese agricole e per le quali va previsto un inquadramento a livello UE. Infine, va semplificato lo sviluppo rurale, sia nella programmazione, sia nella gestione, oggi davvero limitanti; e in maniera da tendere verso un più forte coordinamento nella programmazione degli interventi nell’ambito di ciascun Paese, il più possibile con criteri unificati e metodologie uniche, per finanziare investimenti, innovazione, progetti di impresa.
Perché solo l’innovazione - ha Giordano Emo Capodilista - può risolvere i problemi concreti delle imprese e soprattutto rilanciare la loro competitività e contribuire anche a cogliere le sfide globali, dalla sicurezza alimentare al cambiamento climatico. Driver dell’innovazione sono: agricoltura di precisione; genetica; controllo delle infestanti e delle malattie delle piante; gestione dell’acqua; infrastrutture; salute, benessere; tecnologie dell’informazione, big data, digitalizzazione, e-commerce. Occorre però che ci sia uno sviluppo delle innovazioni che tenga conto dei fabbisogni delle imprese, che devono essere sempre coinvolte, anche attraverso le associazioni di categoria, e che le distribuisca su vasta scala in maniera che tutti ne possano usufruire: operatori e loro clienti”.

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